“Residenza d’artista” 2023: il vincitore viene da lontano…

“Residenza d’artista” 2023: il vincitore viene da lontano…

Vadim Baitchourin è il vincitore della nona edizione del Concorso “Residenza d’artista 2023” organizzato da Ar.Vi.Ma., in collaborazione con il Settore Cultura del Comune di Pavia e con il Collegio Fratelli Cairoli dell’Università di Pavia.

Il Concorso intende offrire a un artista italiano o straniero una borsa di studio, l’opportunità di soggiornare a Pavia ospite del Collegio Cairoli e di lavorare all’interno dei laboratori di Ar.Vi.Ma nel prossimo mese di settembre e qui preparare uno mostra/intervento da presentare successivamente alla città.

Questa nona edizione di “Residenza d’artista” è dedicata al tema delle interferenze e contaminazioni tra arte e scienza (“I sottili confini tra arte e scienza “ è stato anche uno dei fili conduttori trasversali all’attività di tutti i laboratori di Ar.Vi.Ma nel corso dell’anno scolastico appena terminato).

Cenni biografici:

nato nel 1986,Vadim  risiede e lavora sulle prime colline del piacentino. Di origini russe/siberiane, è cresciuto nella fredda e remota Noyabr’sk. All’età di 9 anni si è trasferito in Italia con sua madre e suo fratello minore di 5 anni. Durante gli anni passati al Liceo Artistico “Bruno Cassinari” di Piacenza, dove ha conseguito il diploma con un indirizzo accademico tradizionale, si è appassionato di architettura, arte urbana e Street Art, frequentando ambienti underground. È stato in quel contesto che ha iniziato il suo percorso artistico, stimolato principalmente dalla sua grande passione per la musica elettronica. Il ritmo è diventato il tema centrale delle sue opere. Da allora si è fatto notare per il suo stile caratterizzato da linee precise, forme geometriche voluminose e prospettive distorte, esprimendosi attraverso un linguaggio astratto, metafisico e architettonico orientato alla Street Art.

Motivazioni della vincita:

 

Artista di buona padronanza espressiva, conserva nel suo lavoro pittorico tutto il sapore laboratoriale della dimensione oggettuale, concreta, tecnicamente aggiornata, che affida all’opera d’arte il gusto per la “produzione fisica” e tangibile. Un atteggiamento oggi meno percorso, che deve spesso fare i conti con forme di concettualismo dilaganti, sorrette da evidenti ed inevitabili entusiasmi digitali.

Vadim preferisce affidare la propria caparbia ricerca “ancora pittorica” a forme d’astrazione non scontate e assai suggestive. Il Progetto che presenta a questa edizione di “Residenza d’artista” (“Oltre il confine: il sogno artistico della macchina”) potrà fornire un’ottima occasione per ripercorrere il tema degli sconfinamenti tra arte e scienza, calibrando la propria sensibilità, soprattutto cromatica, con un intervento di grandi dimensioni offerto in dialogo con “gli altri”.

Questo intendimento di grande disponibilità al dialogo e al confronto è in perfetta sintonia con lo stile comunicativo che anima le proposte didattiche della scuola Ar.Vi.Ma. Infine, qualche sottile compiacimento alla cultura artistica del suo paese d’origine affiora volentieri e ne avvertiamo le suggestioni (senza scomodare Kandinsky, ovviamente).

Il Progetto di Vadim per Pavia:

Oltre il Confine: Il Sogno Artistico della Macchina”

Così spiega Vadim: “Recentemente, ho dedicato molta riflessione al complesso rapporto tra scienza e filosofia e durante le mie letture sono stato affascinato dagli scritti dello studioso tedesco Walter Otto (1874-1958). Il suo saggio, Il volto degli dei, non si concentra direttamente sulla scienza come disciplina accademica, ma esplora le connessioni tra mito, bellezza morale, linguaggio e cultura umana. Questo saggio offre quindi una prospettiva filosofica e umanistica che può avere implicazioni e risonanze in diversi ambiti, inclusa la scienza. In particolare, Otto sostiene che l’immagine, l’arte e il mito sono strumenti che possono guidare l’essere umano verso una comprensione più profonda e veritiera del mondo. Questa visione può essere correlata alla creatività, all’ispirazione e alla scoperta che spesso caratterizzano la ricerca scientifica. L’autore fa anche riferimento alle ‘scoperte decisive’ che si manifestano improvvisamente e in modo ‘miracoloso’ nello scienziato, così come le idee che afferrano involontariamente il poeta e l’artista. È proprio da qui che sorgono in me nuove domande che abbracciano e fondono tematiche filosofiche e scientifiche.. Questo progetto si propone di esplorare queste domande e approfondire il legame tra arte e scienza”. Alcuni obiettivi: indagare il rapporto tra filosofia e forme d’arte come strumenti di emancipazione umana dalla limitazione dell’esistenza meccanica. Utilizzare la pittura astratta su tela di grosso formato come mezzo per esplorare fisicamente il tema del “sottile confine tra arte e scienza”. Coinvolgere il pubblico attraverso l’esposizione dell’opera d’arte, stimolando la discussione e la riflessione sul tema proposto”.

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