Francesco Damiani
Taraxacum Golgii

Francesco Damiani
Taraxacum Golgii

Taraxacum Golgii è il progetto dell’artista italiano Francesco Damiani vincitore dell’undicesima edizione del concorso “Residenza d’Artista”, promossa da Ar.Vi.Ma., in collaborazione con il Settore Cultura del Comune di Pavia e il Collegio Cairoli di Pavia.

Francesco Damiani (Bari, 1975) ha una formazione in chimica e una pratica artistica che intreccia pensiero scientifico e linguaggi visivi. Dopo esperienze formative con artisti e designer, ha esposto in Italia e all’estero con mostre personali e collettive, tra cui Levitating/Sospensioni (SAC, Robecchetto con Induno, 2021), Re-garde-toi (Lione, 2022) e Tracce di futuri (Vicenza, 2025). Selezionato in diversi premi internazionali, tra cui il Mellone Art Prize 2024, ha pubblicato su riviste e cataloghi come Under My Skin e Annuario d’Arte Contemporanea Cina-Italia 2022. La proposta vincitrice prende ispirazione dall’“apparato di Golgi”, scoperto a Pavia dal Premio Nobel Camillo Golgi: un sistema invisibile ma fondamentale, che riceve, trasforma e distribuisce molecole all’interno della cellula.

In questa installazione, nuclei in pasta da modellare sono connessi da sottili giunti in legno, componendo una struttura modulare che evoca al tempo stesso un tessuto biologico e la leggerezza di pollini che si disperdono.

Il lavoro di Damiani, in dialogo con il tema della residenza di quest’anno, “Le radici della banana di Cattelan”, riflette sul rapporto tra citazione e trasformazione, tra memoria e sperimentazione. 

La scienza e la storia accademica di Pavia vengono qui trasfigurate in gesto poetico, in una costellazione di forme fragili e vitali. L’opera si inserisce nel percorso di ricerca di Damiani, da sempre orientata a creare “dispositivi affettivi”: sculture leggere, colorate, che attingono all’infanzia e al gioco per aprire spazi di respiro, meraviglia e riconciliazione con la vita. In particolare Taraxacum Golgii rappresenta una nuova tappa della serie Taraxaca cominciata nel 2020. 

In esse i piccoli nuclei di pasta modellabile sembrano fluttuare nello spazio come semi di tarassaco sospinti dal vento, come quando si soffia su un dente di leone dopo aver formulato in silenzio un desiderio. Fragili ed effimeri, eppure potenti questi moti interiori ci rivelano le lacune nelle nostre vite e alimentano la nostra ricerca della felicità e della sua realizzazione. 

In un’epoca segnata da conflitti, crisi ambientali e tensioni sociali, Taraxacum Golgii diventa così un piccolo antidoto poetico contro il buio del contemporaneo, un invito a nutrire desideri e sogni, a trovare risposte e fiducia nella scienza, a riscoprire la nostra umanità e a coltivare la capacità di sentire, sognare e desiderare, trasformando la fragilità della vita in forza generatrice.

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